martedì 20 febbraio 2018

Azioni e conseguenze

Conosci la storia di Henry Tandey? Se la risposta, è no, niente paura: nemmeno io lo avevo mai sentito nominare, fino a pochi giorni fa. Poi però ho letto questo articolo, proveniente dalla splendida pagina Facebook di approfondimento storico "Cannibali e Re", e ho scoperto che era un soldato britannico e un eroe della prima guerra mondiale, che si contraddistinse non solo per il coraggio, ma anche per il rifiuto a uccidere nemici feriti o inermi.

Successe per esempio così durante la battaglia di Marcoing, il 28 settembre 1918. A un certo punto, trovandosi di fronte a un soldato tedesco ferito, Tandey gli risparmiò la vita, come aveva sempre fatto. Peccato che l'altro era un personaggio che qualche anno dopo sarebbe diventato tristemente famoso: si trattava nientemeno che di Adolf Hitler. Una storia che fa riflettere, no?

Henry Tandey
Pensa solo a cosa sarebbe successo, infatti, se Tandey quel giorno fosse stato crudele invece che magnanimo, e avesse ucciso il futuro dittatore. È possibile che quell'atto, di per sé negativo, avrebbe potuto portare in futuro a un totale cambiamento della storia come la conosciamo: per esempio, forse il nazismo non sarebbe salito al potere, e ci saremmo risparmiati eventi nefasti come la Seconda Guerra Mondiale e l'Olocausto.

Questo è possibile, ma non certo. In fondo, Hitler era solo una parte dell'ingranaggio nazista, che è stato messo in moto anche da cause politiche, sociali, economiche. In fondo nessuno può dire cosa sarebbe successo senza di lui: forse poteva venire fuori qualcosa di addirittura peggio. Per esempio, poteva esserci ancora più misantropo, uno che invece che gli ebrei avrebbe voluto lo sterminio dell'intera umanità. Ma non lo sapremo mai.

In generale, è vero che, come si dice a volte, ogni azione ha delle conseguenze. Solo che non si può sapere quali queste conseguenze saranno, specie sul lungo periodo: atti virtuosi (come quello del soldato britannico) possono portare a effetti negativi, e viceversa. E soprattutto, nessuno ha davvero la capacità di vedere attraverso la cortina del tempo e prevedere intrecci e coincidenze in cui il caso ha la parte maggiore.

Dove voglio arrivare, con questo discorso? Semplice: in virtù di quanto detto fin'ora, penso che molti di noi si preoccupano troppo delle proprie azioni e delle loro conseguenze. Sì, è vero che una parte delle persone al contrario non ci fa quasi caso, il che spesso posta a comportamenti deleteri. Ma anche l'eccesso opposto può essere altrettanto negativo.

Fin da giovani in questa società di merda ci viene insegnato che dire di no, deludere qualcuno oppure non conformarsi alla massa è sbagliato. Di conseguenza, abbiamo timore di prendere decisioni controcorrente, ci pensiamo mille volte prima di agire, e se ci colgono a svolgerle la reazione è di vergogna. Questo perché abbiamo paura di finire così emarginati, o più banalmente di deludere qualcuno o litigarci. Ma questo non è detto che sia un male, anzi: visto che come detto la storia non si evolve in maniera lineare e logica, a volte ci possono essere anche dei vantaggi.

Pensa per esempio agli scrittori famosi. Di sicuro anche ognuno di loro - come te se scrivi - si sarà sentito dire il solito campionario di stronzate banalità sul loro ruolo, da "perché non ti trovi un lavoro vero" a "con la scrittura non andrai da nessuna parte", passando per "tutti possono scrivere, non è niente di speciale". Eppure, loro non si sono fatti abbattere, hanno continuato con quello che gli piaceva anche se gli altri disapprovavano, e alla fine sono diventati uno Stephen King, una Rowling, un George R.R. Martin, e l'hanno messo nel culo fatta vedere a tutti.

Questo per dire che, secondo me, il modo migliore di vivere è ispirarsi a  Henry Tandey e fare la cosa che al momento sembra più giusta per noi. Sì, forse la sua bontà ha portato un male terribile nel mondo. Ma il soldato britannico resta una persona umana e misericordiosa, ancor di più visto che si è comportato così in un contesto come una battaglia. Ed è per questo che sono convinto che in fondo lui non abbia nessuna colpa su ciò che è stato poi, anzi: ha fatto bene.

In generale, io penso che ognuno dovrebbe essere sé stesso e agire di conseguenza. Sì, è vero che questo può anche portarti a essere escluso dalla società - non un gran danno, a mio modo di vedere. Ma il caso magari può portarti a risultati molto migliori, che al contrario ti faranno accettare: quel che è certo però è che se così facendo sarai più felice e più in pace con te stesso, aiuterai molto la fortuna. E poi dubito che, qualunque cosa farai, sarai la causa scatenante che porterà al potere un nuovo Hitler - o almeno lo spero!

La domanda: anche a te capita di bloccarti perché pensi troppo alle tue azioni e alle loro conseguenze?

8 commenti:

  1. Non mi succede più così tanto, l'età aiuta! Credo che nessuno possa fare di meglio che rispettare la propria coscienza nel momento specifico. Siamo seminatori, ma il raccolto non dipende da noi! A volte può essere una scelta razionale, altre volte una scelta istintiva, o basata sull'intuito, ma di solito riusciamo a distinguere qual è il comportamento che ci sembra adatto, prima di confonderci la testa con ragionamenti e contro-ragionamenti.

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    1. In realtà per me non è stato mai facile, in passato, capire la decisione o il comportamento più adatto. Ho imparato solo di recente: prima invece ero pieno di dubbi, che mi bloccavano parecchio. Per questo ho scritto questo post: immagino che tanti siano ancora bloccati come ero io :) .

      Per il resto, concordo sul rispettare la propria coscienza ^_^ .

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  2. Sì, anche io vado a istinto.
    Faccio ciò che sento sia giusto, al momento. Ho comunque un mio senso di "giustizia" (inteso, in questo caso, non giuridicamente).
    Ma alla fine il tizio che ha risparmiato Hitler che fine ha fatto? XD

    Moz-

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    1. Ma io non intendevo dire di agire sempre di impulso, eh :D ! Anzi, io sono per la razionalità: c'è però una ragione buona - che ti fa valutare la situazione obiettivamente e poi decidere - e poi quella cattiva, che ti spinge a pensare e ripensare costantemente alle tue decisioni, senza uscire dal circolo vizioso. E, come so bene, questa via ti fa sempre stare male, alla fine :) .

      Comunque, Tandey è sopravvissuto a entrambe le guerre mondiali e si è spento nel 1977 all'età di 86 anni. Alla fine probabilmente è andata meglio a lui che a Hitler :D .

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  3. Qualche giorno fa avevo cominciato un post in cui parlavo proprio di Tandey e delle conseguenze! Poi ci ho ripensato (e quindi ho lasciato a te l'onore di parlarne :-) ).
    Per quanto riguarda il nazismo la mia opinione è che i tempi - nel primo dopoguerra - erano pronti per un certo tipo di evoluzione sociale: se non fosse stato Hitler credo che sarebbe stato qualcun altro. Sarebbe cambiato il nome ma non la sostanza.
    Rispondendo alla tua domanda: dipende dal tipo di decisione. A volte è meglio pensarci su e altre volte va benissimo (anzi a volta è meglio) agire per istinto o intuito.

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    1. Mi spiace di averti anticipato, allora :D . Ma comunque puoi scrivere anche la tua: di sicuro in qualcosa - o anche in tutto - sarà diversa dalla mia.

      Per il nazismo, sono abbastanza d'accordo con te. Non sono un esperto di storia, ma da quello che ho studiato e letto sembra anche a me che il fascismo e il nazismo sarebbero usciti anche a prescindere da Hitler, Mussolini e i personaggi di cui si erano circondati :) .

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  4. Questa dell'istinto e della ragione che una questione che mi logora da diversi giorni, complice la notizia che da uno studio effettuato le "sensazioni a pelle" portano a risultati migliori rispetto alle decisioni ponderate a lungo. Ovviamente penso che ci siano dell'eccezioni ma la sostanza è che spesso le cose fatte di pancia sono più efficaci e più salutari di quelle razionali.
    E per una che ha passato la vita a seguire la testa è una dura sconfitta....

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    1. Ciao Cristina, benvenuta su Hand of Doom (è il tuo primo commento, vero? Altrimenti, sentiti libera di correggermi :) ).
      Anche io sono una persona molto "cerebrale", ma non credo che prendere una decisione senza pensarci troppo contraddica la razionalità - o almeno, non sempre. Questo perché stare a ruminare troppo sugli stessi pensieri ti porta ad avere mille ansie, che magari ti fanno sbagliare o rinunciare (ne so qualcosa!). Queste ansie sono irrazionali: per questo, forse decidere a pelle a volte è più ragionevole che starci a pensare e ripensare. Ma questa, ovvio, è solo una mia idea :) .

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Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!