giovedì 15 febbraio 2018

"Come un dio immortale" e il conformismo

L'idea di questo post non è recente: risale anzi a diversi mesi fa. Accadde un giorno che Maria Teresa Steri - che forse conoscerai anche tu come la proprietaria del blog Anima di Carta - scrisse su Facebook che, secondo la sua esperienza da scrittrice, per qualche ragione le donne sono più propense degli uomini a recensire i libri. Bastian contrario come sono, potevo esimermi dal parlare del suo ultimo romanzo, Come un dio immortale? Ovviamente no.

A parte gli scherzi, in realtà prima di leggerlo non ero certo di farlo. Ci sono tanti romanzi che una volta finiti non mi lasciano riflessioni particolari: mi piacciono, a volte anche molto, ma li vedo solo come intrattenimento senza troppi pensieri. Non è però il caso del romanzo di Maria Teresa, una storia profonda e introspettiva che fa riflettere soprattutto su uno dei problemi peggiori della società di oggi: il conformismo.

Senza fare troppi spoiler, Come un dio immortale è la storia di Flavio, un uomo insoddisfatto come tanti del suo lavoro e della sua vita personale, in cui sta per andare all'altare ma senza vera convinzione. Poi però una serie di eventi e l'incontro con la bizzarra Lyra lo porteranno a scoprire uno strano e pericoloso mondo paranormale, di cui non sospettava nemmeno l'esistenza.

La cosa che ho apprezzato di più, in tutto questo, è l'evoluzione del protagonista. Per quanto infelice della sua vita, Flavio all'inizio fa ancora fatica a staccarsi dal conformismo, dalla paura del giudizio altrui, tanto da arrivare a mentire agli altri per nascondere le proprie azioni. Ma poi, col passare delle pagine, comincia a cambiare visione del mondo, finché non abbraccia la nuova realtà, quella dei cosiddetti "incorporei".

È una scelta che lo porta a rischiare tutto, anche la vita, ma al tempo stesso a sentirsi vivo come mai prima. E in generale, credo sia proprio questa la morale di fondo del romanzo: per essere davvero felici bisogna vincere la paura di essere sé stessi e del giudizio altrui, e avere il coraggio di vivere come si vuole. Anche se questo ti porta a essere escluso dal mondo degli "ordinari" - il che però forse non è nemmeno così negativo, anzi.. 

Non è un caso, del resto, che Milena, la promessa sposa di Flavio, brilli (ma solo a livello letterario) per il motivo opposto. All'inizio è proprio il simbolo del perbenismo e del conformismo peggiori: questo, almeno a mio modo di vedere, la rende davvero odiosa. Poi però anche lei comincia ad allontanarsi da questa visione del mondo, crescendo e maturando, il che la rende più piacevole come personaggio. E rende vivido, realistico il processo di maturazione come raccontato il romanzo.

In generale, Maria Teresa delinea bene i suoi personaggi principali, il che è croce e delizia di Come un dio immortale. Da un lato, è indubbio che sia una componente molto riuscita del libro: dall'altro però devo dire che avrei preferito un po' di azione in più, rispetto all'attenzione rivolta dall'autrice per il lato emotivo dei personaggi - e in particolare per le loro vicende amore. Ma questo è puro gusto personale, e in fondo nemmeno a me ha dato troppo fastidio come "difetto".

Un'altra piccola pecca è poi che ogni tanto il romanzo è un po' lento, specie nella parte iniziale. Ma nemmeno questo è un gran problema: di norma il romanzo scorre bene, e lo stile di Maria Teresa si fa leggere che è un piacere. Anche col poco tempo e coi vari malanni di quest'ultimo mese, ci ho messo circa quattro settimane a finire le sue oltre cinquecentocinquanta pagine -  e ovviamente senza ci avrei messo meno.

In generale, Come un dio immortale è stata una bella lettura: se dovessi dare un voto come in una recensione vera, sarebbe un bel sette. Forse non sarà il prossimo  premio Nobel per la letteratura, ma è comunque un romanzo di buona compagnia, e nonostante sia autoprodotto al cento percento è molti gradini sopra a certa spazzatura che si trova su Amazon - in cui a volte mi sono imbattuto. Brava, Maria Teresa!

8 commenti:

  1. ...e sette è un punteggio mica male! :-)

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    1. Giusto!

      P.S. i tuoi commenti continuano a finirmi in automatico in spam. Vai a capire perché, visto che sei uno dei miei follower/commentatore più assiduo e che non hai mai fatto spam prima d'ora :D .

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  2. Mattia, ti ringrazio moltissimo per aver dedicato tanto spazio sul tuo blog al mio romanzo! Intanto sono molto contenta perché hai sfatato la mia teoria :D
    Seriamente, mi è piaciuto molto ciò che hai sottolineato, l'aspetto della lotta interiore di Flavio, il suo fastidio per il conformismo e tutti gli elementi che girano intorno a ciò. E' qualcosa che mi sta molto a cuore e che volevo rendere evidente nel romanzo, quindi sono contenta che tu l'abbia colto così bene.
    La storia si può dire proprio divisa in due, perché la prima parte è più psicologica (e quindi più lenta), la seconda più d'azione e meno interiore (quindi più rapida).
    Grazie di cuore!

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    1. Non è poi tanto spazio, è solo un articolo. Comunque sono contento chela cosa ti abbia fatto piacere ^_^
      Comunque direi che la questione del conformismo è abbastanza evidente. O almeno lo è per me, che ogni tanto mi trovo a contatto con persone che non accettano la mia diversità rispetto al loro essere normale e la cosa non gli va a genio. Mi trovo insomma nelle stesse condizioni di Flavio, a volte :D .

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  3. Conosco molto bene questo romanzo, e concordo con la tua visione, anche se io non avrei voluto più azione, anzi: avrebbe rischiato di distogliere l'attenzione dal focus principale. :)

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    1. Questione di gusti: io sono un amante dell'azione, e non solo. Penso che in una storia, le azioni abbiano più importanza delle parole per descrivere un personaggio nelle sue caratteristiche. E non solo: forse questo non accade anche nella vita reale, in cui tanti si dipingono a parole come non sono e vengono poi traditi dai fatti :) ?

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  4. Ho finito di leggere Come un dio immortale pochi giorni fa, e devo dire che l'ho davvero apprezzato. Ho fatto un po' fatica a ingranare all'inizio, come Maria Teresa sa, ma poi sono stata presa dalla storia, che non è affatto facile da raccontare. Maria Teresa lo ha fatto, e bene. :)

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