venerdì 20 ottobre 2017

"3%" e il peggiore dei mondi

L'ho già detto diverse volte in Hand of Doom: la fantascienza è uno dei generi più "politici" e di protesta che esistano. Peraltro, alcune delle sue opere migliori, che siano libri, fumetti, film o serie TV, sono tali proprio per la loro capacità di parlare del presente e di denunciarne le storture pur essendo ambientate nel futuro. È proprio questo uno dei punti di forza maggiori della serie TV brasiliana 3%, uscita su Netflix lo scorso anno.

Visto che ne ho sentito parlare solo bene, qualche settimana fa ho deciso di recuperarla. Mi aspettavo un buon prodotto, ma sono rimasto lo stesso sorpreso in positivo dalla sua qualità. Nonostante sia una serie con un budget ridotto - e si vede - tutto funziona bene, con in particolare una trama con dei bei colpi di scena e personaggi ben costruiti. Ma a colpirmi sono stati, appunto, anche i suoi risvolti politici e filosofici: perché, chiaramente, 3% è una serie di gran attualità.

Senza fare spoiler, il telefilm è ambientato in un Brasile distopico in cui il novantasette percento della popolazione vive nella povertà più assoluta. Il restante tre percento può invece disporre di grandi ricchezze e di ogni confort tecnologico nell'Offshore, sorta di paradiso per ricchi al largo della costa.

Tuttavia, tutti (o quasi) quelli che vivono in miseria hanno la possibilità, allo scadere dei vent'anni, di passare "dall'altra parte" e unirsi all'elite tramite il "Processo". Beninteso, non è una selezione facile o indolore: anche in questo caso, solo il tre percento dei candidati più meritevoli riesce a superare le prove. Anche per questo, è un sistema che ad alcuni non piace: da qualche anno esiste  la "Causa", un'organizzazione che vuole sovvertire il "Processo" in nome dell'uguaglianza.

Si tratta di uno scenario intrigante ma di pura fantasia, vero? No, io non direi. Al contrario, 3% mi sembra un'allegoria abbastanza spietata del mondo di oggi. Che ci sia un enorme divario tra una piccola elite di super-ricchi e tutti gli altri per esempio è un dato fatto. Come lo è che, secondo le tendenze, negli ultimi anni questa elite abbia aumentato di molto il proprio patrimonio, mentre i poveri siano sempre di più in tutto il mondo. Sotto questa luce, l'ambientazione di 3% sembra più una conseguenza naturale di queste premesse (almeno, nel caso non cambiasse nulla) che un'opera fantastica.

Ma il fatto che fa più riflettere è che in fondo la serie TV di Netflix non rappresenta nemmeno lo scenario peggiore. Se è vero che, come detto, la stragrande maggioranza della popolazione vive nella povertà, almeno c'è quel tre percento che riesce a sfuggirle. Una percentuale scelta tra l'altro per abilità, forza di carattere e intelligenza: un sistema non del tutto giusto, ma almeno in parte meritocratico.

Si può dire lo stesso del "mondo reale"? Direi proprio di no. È risaputo che nella realtà è molto più difficile arricchirsi e migliorare la propria condizione di vita. E chi è già ricco non è detto che abbia dei meriti o una particolare intelligenza, anzi: spesso lo è chi già ci nasce, chi è bravo a raggirare il prossimo oppure chi ha semplicemente più fortuna nella vita. Dici che esagero un po', che sono pregiudizi? Allora ricordati chi è l'attuale presidente degli Stati Uniti: un magnate fuori di testa razzista e omofobo, becero e ignorante. Merita davvero di essere ricco e potente?

Sarà poi vero che la povertà non è diffusa e profonda come in 3%. Ma io trovo che l'alternativa non sia molto meglio: dover sgobbare per pochi spiccioli, spesso impiegando il proprio tempo per qualcosa di insoddisfacente giusto per non ritrovarsi in miseria, è un obbligo che non esiterei a definire una schiavitù. Specie se lo fai  al servizio proprio di qualche ricco, che ha la stessa indifferenza nei tuoi confronti degli "eletti" del telefilm.

Insomma, il mondo di 3% sarà pure una distopia desolante, ma riflettendoci il mondo di oggi è persino peggiore. Ecco, forse è proprio questo il merito della serie brasiliana: puntare il dito su questo fatto. Non è una cosa da tutti, visto che nel mondo vige l'indifferenza e si tende a pensare solo ai propri problemi, senza che nessuno lotti più per una società più giusta. Ed è questo, tra le varie cose, a rendere il telefilm così speciale, uno dei migliori che abbia visto: se non l'hai ancora fatto, recuperalo di corsa!

La domanda: hai visto 3%? Ma sopratutto: sei d'accordo che il nostro mondo da un certo punto di vista può essere peggiore di una distopia?

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