martedì 26 settembre 2017

L'incoerenza dell'antiscienza

L'idea originale di questo articolo risale a circa un anno fa. Erano i giorni del terremoto di Norcia, quello di fine ottobre: un periodo parecchio difficile per me a livello emotivo. E così, in risposta all'antiscienza dilagante in quell'occasione, scrissi un articolo critico molto lungo, probabilmente troppo. Mi resi conto subito che era così, perciò decisi di spezzarlo a metà: una parte venne pubblicata col titolo "la minaccia dell'antiscienza" proprio in quel periodo.

Anche la seconda doveva seguire a stretto giro, ma poi decisi di accantonarla: mi ero forse reso conto che i toni erano troppo forti e avrebbero potuto irritare qualcuno (ma nemmeno oggi sarò troppo delicato). Ora tuttavia ho deciso di riscriverlo: a mente più lucida e fredda, senza le emozioni forti che mi avevano spinto a scrivere l'originale, riesco forse a guardare alla questione con più calma. Ma il fastidio che provo nei confronti di certe prese di posizione rimane lo stesso.

Io vivo vicino alle Grotte di Frasassi, e le ho viste molte volte.
Sono splendide da visitare, ma non un gran posto per vivere!
Devo confessare che l'antiscienza mi ha sempre irritato molto. Soprattutto perché quasi sempre viene da chi la scienza non la conosce affatto, non vuole sforzarsi nemmeno di farlo, né ha la più pallida idea della sua mentalità. Viene vista come un insieme freddo di regole che vengono imposte come un dogma, per esempio a scuola. Ma questo è quanto di più lontano possibile ci sia dalla realtà.

La vera scienza ha origine invece dalla parte più nobile dell'uomo, la curiosità e la voglia di scoprire. E attraverso il metodo scientifico, codificato e perfezionato nel corso dei secoli, è possibile scoprire come l'universo funziona, entrare nei suoi meccanismi e grazie a questi riuscire persino a fare previsioni che poi si rivelano esatte. E spesso nella storia queste scoperte sono state usate per migliorare la vita dell'uomo.

Di una qualsiasi opinione, per esempio in fatto di politica, si può discutere a lungo e non si arriverà mai a stabilirne una più valida delle altre: tutte le idee - o quasi - sono legittimi. Ma la scienza non funziona così: i fatti sono fatti, si può solo accettarli. Oppure si può rifiutarli in base a ego, ignoranza o pregiudizi, ma non serve a niente: si può essere convinti quanto si vuole che due più due faccia cinque (è proprio ciò che fanno i paladini dell'antiscienza, anche se in forma più elaborata), ma continuerà a fare sempre quattro.

Già questa negazione della realtà non mi piace. Ma la cosa che mi dà più fastidio è l'incoerenza gigantesca di chi nega la scienza pur usando ogni giorno tecnologie che sarebbero impossibili senza le sue scoperte. E il peggio del peggio è chi usa queste tecnologie per affermare il suo disprezzo al pubblico, per esempio attraverso internet. Chi lo fa magari orgoglioso, come se fosse un'opinione legittima, senza rendersi conto che di fatto si sta solo mostrando fiero della sua abissale ignoranza.

Cosa dovrebbe fare un paladino dell'antiscienza per essere coerente? In primis, smettere di usare internet, computer e smartphone -  tra i frutti più sofisticati della scienza, vista l'immensa ricerca che hanno alle spalle in campi come l'elettromagnetismo, la fisica quantistica, la chimica, la fisica dei materiali e tanto altro. E ovviamente non sono solo gli strumenti elettronici: anche tutti gli altri elettrodomestici e la corrente elettrica, in quanto risultato di ricerca scientifica, sono da escludere. Come anche il riscaldamento a gas e persino le tubature dell'acqua (frutto di tecnologie dall'origine antichissima).

Dovrebbe perciò vivere in una casa senza nulla? Non allarghiamoci troppo: anche l'architettura e l'ingegneria, visti i loro metodi possono essere considerate scientifiche. Per essere del tutto coerente, il paladino dell'antiscienza dovrebbe vivere in un rifugio non costruito dagli esseri umani in maniera scientifica o anche solo consapevole, il che le esclude praticamente tutte: gli restano insomma le grotte, oppure il vivere sugli alberi. E ovviamente dalla grotta non può andare con la macchina o con la bicicletta (rese possibili grazie alla tecnologia) in negozio (idem) a comprare il cibo. Dovrà procacciarselo da solo lì nei dintorni, con l'aiuto al massimo di qualche pietra che lo aiuti ad abbattere gli animali (dopotutto anche un bastone con la punta appuntita è una rudimentale tecnologia, a voler essere rigorosi).

Un ragionamento assurdo? Non direi. Io sarò cattivo (anzi, lo sono senza dubbio), ma penso davvero che chi rifiuta la scienza dovrebbe essere coerente con sé stesso e vivere da uomo primitivo. Rifiutare la scienza a parole ma accettarla coi fatti tutti i giorni trovo che sia non solo troppo comodo, ma di un'ipocrisia e di un'incoerenza abissale. Ed è una cosa  che proprio non riesco a sopportare, mi dà davvero sui nervi.

Io non so di chi sia colpa questa situazione, se della scuola che fa davvero poco per insegnare cos'è davvero la scienza e la sua mentalità, oppure della gente che non fa il minimo sforzo per capire e la rifiuta a prescindere. Sono però convinto che se ci fosse un po' più di integrità e coerenza, di sicuro sarebbe meglio per tutti: se non altro, le persone preferirebbero tentare di comprendere la scienza invece di sentirsi costrette a vivere in una grotta. Ma come sempre nelle mie riflessioni simili, parliamo di un'utopia che probabilmente non si realizzerà mai.

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