martedì 16 maggio 2017

Blogosfera: la campagna di internet

Come credo tutti sappiano, negli ultimi anni il mondo del blogging sta perdendo appeal e consensi. La maggior parte degli utenti si è spostata sui social, e in generale sempre meno persone seguono o commentano i blog. E questi ultimi sono visti ormai come una forma di espressione obsoleta, superata dalla tecnologia.

Per questo, ciclicamente escono articoli, su un blog o sull'altro, dai toni catastrofisti. Secondo questa linea di pensiero, il fatto che non sia popolata come un qualsiasi social network dei più famosi condurrà alla fine la blogosfera all'estinzione, ed è solo questione di tempo prima che ciò accada. Ma la situazione è davvero così nera? Secondo me, assolutamente no.

In questa foto di qualche anno fa (era il 2010), uno scorcio di
panorama vicino a casa mia. Non scambierei questa vista con
tutti i palazzi del mondo, per quanto belli e artistici.
In primis, non sono convinto che il popolo che frequenta i blog si stia davvero riducendo. Non ho dati per provarlo con certezza, ma la mia impressione è che il "problema", se così si può chiamare, è che crescano molto meno dei social. In proporzione, la sua utenza può sembrare rimpiccolirsi, ma non vuol dire che così sia nei fatti.

Tuttavia, per me anche se la blogosfera perde effettivamente fan non è un gran problema. Al momento parliamo di un ambiente frequentato da migliaia di persone, forse milioni: di sicuro quanto basta per chiunque trovare una sua nicchia e un ampio pubblico3. Ma soprattutto parliamo di un'utenza di livello più alto: perderà rispetto ai social per quantità, ma vince a man bassa in fatto di qualità.

Per quella che è la mia esperienza nel mondo del blogging il pubblico dei blog è in media più stimolante di quello, per esempio, di Facebook. Essendo abituato a leggere testi lunghi e approfonditi come quelli che si trovano nei blog, è anche più propenso alla riflessione e alla comprensione, nonché più aperto a una discussione costruttiva, il che lo rende un interlocutore interessante. Tutto il contrario del pubblico da social, abituato a immagini divertenti o brevi aforismi (che piacciono anche a me, per carità, ma lasciano il tempo che trovano), e che spesso sono propensi solo al litigio, più che a un confronto pacato.

Insomma, al momento i social si possono considerare come città del web: c'è una grande massa di persone, tanta vita, tanta frenesia e tante opportunità, ma può essere anche stressante vivere al loro interno. Il mondo del blogging è invece la versione online della campagna: come in quest'ultima mancano certe comodità, ma c'è sempre la tranquillità, così sui blog mancheranno le milioni di condivisioni, ma si può stare in pace e parlare di ciò che si vuole senza ritrovarsi miriadi di troll addosso.

È vero anche che ai giorni d'oggi le città attraggono sempre più gente, al contrario delle campagne - il che rafforza ancora il paragone. Ed esistono moltissime persone che si trovano a proprio agio in un ambiente cittadino, come del resto in quello dei social. Io però non amo nessuno dei due: i miei tentativi di abitare in città sono sempre stati negativi, e ultimamente anche i principali social network cominciano a darmi noia. Preferisco di gran lunga abitare immerso nella natura e nella pace; e poi preferisco la blogosfera, in cui raramente mi è capitato di litigare, e in cui ho conosciuto alcune belle persone negli anni.

Ecco perché trovo il catastrofismo sullo spopolamento dei blog fuori luogo: al momento questo mondo è un'oasi di pace, il che lo rende molto più piacevole da frequentare rispetto a qualsiasi social. Magari molti non sono d'accordo con me: preferirebbero un'inversione di tendenza. Ma siamo sicuri che è preferibile ricevere un milione di commenti di cui il novanta percento è diviso tra insulti e spazzatura varia? Io preferirei di gran lunga riceverne solo un centinaio, ma costruttivi e di alto livello.

Dall'altro lato, capisco molto bene il fastidio di chi lavora molto e raccoglie le briciole rispetto a gente che invece si limita a una battuta o a un'immagine stupida. Del resto, anche io mi sento frustrato del fatto che Hand of Doom non sia granché amato, ma non ho certo bisogno del "popolo dei social", quello che fraintende anche un testo semplice ed è capace solo di parlare per faccine e di insultare. Se è così, meglio soli che male accompagnati: non avrò tanti fan, ma questa (relativa) tranquillità non me la toglie nessuno!

La domanda: cosa ne pensi del paragone tra il blog e la campagna?

14 commenti:

  1. Io non riesco a paragonare la blogosfera ai social perché per me hanno due funzioni completamente diverse, almeno per quel che concerne l'utilizzo che ne faccio. Mi piace però la tua metafora, anche se io invece della campagna sceglierei il mare (magari non a ferragosto...) perché io è qui che mi sento a casa, come sul blog. Mi basta guardarlo per sentirmi in pace. Invece, Facebook è Milano: lì, tu, sei un puntino nella folla. :)

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    1. Io invece la spiaggia non riesco proprio a vederla come la blogosfera. Tanta gente, tanto rumore, tanta confusione, discorsi (e libri) leggeri, aria vacanziera e poco impegnata: per me rappresentano molto meglio Facebook o Twitter rispetto alla blogosfera :D . Ma diciamo che io non ho un grandissimo amore per il turismo balneare, e vado al mare solo d'inverno :D .

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    2. Purtroppo chi non vive al mare concepisce le località marittime semplicemente come spiaggia-ombrelloni-turisti. Non è così. Il mare è un luogo di pace, riunisce in sé tutti gli elementi, dà tantissima privacy, ma devi saperla cercare.
      è pace, è meditazione, è libertà, è contatto con la natura. Per questo frequento spiagge impervie, conosciute solo dalla gente del luogo ed evitate dai turisti. :)

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    3. Sì, ma per trovare una spiaggia impervia devi andare a cercare - specie qui dalle mie parti, che le spiagge sono tutte accessibili e tutte sempre affollate. A questo punto preferisco stare in campagna, dove la pace la si trova praticamente ovunque: io infatti tutto ciò che dici la applico alla campagna. Questione di gusti, ovvio ;) .

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  2. Il paragone mi piace perché io amo la campagna, che è il mio ambiente ideale.
    Ma amo anche la comodità di un grande paese, se proprio non devo dire città.
    La situazione è come la descrivi: il blogging ha un livello più alto, sicuramente.
    E non scomparirà: torna di moda, magari social-izzato (ed è anche giusto, i tempi cambiano e vanno avanti)^^

    Moz-

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    1. Sì, come accennato nel post città e campagna hanno entrambi pro e contro, poi dipende dai gusti personali. Per esempio qui nelle Marche conosco molti che si lamentano perché il sabato sera non c'è nulla da fare. Io invece non ho mai sofferto questo problema, preferisco di gran lunga stare tranquillo a casa. E se ogni tanto soffro per dover fare centinaia di chilometri per qualche concerto che mi piace, in generale preferisco stare qui che in una grande città.

      E comunque anche io sono convinto che il blog non morirà a breve :) .

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  3. Dal mio punto di vista la differenza è simile a quella che si ha fra Cortina(montagna, ma simile al mare a ferragosto) e un sentiero sulla Pietra Grande nel gruppo di Brenta o sul monte Zeledria(a due passi da mete più frequentate e più facili, ma dove trovi solo gente che ama posti simili).
    Il blog richiede impegno e la voglia di usare il proprio tempo per qualcosa che non sia un semplice acchiappaclick. E' qualcosa che resta e chi ti risponde lo fa perché la pensa come te.
    Vi ricordo che mi sono cancellato da Facebook (nel senso che ho utilizzato il link di cancellazione per far sì che sia come non esserci mai stati) proprio perché ho compreso che il 99 per cento e passa di quel che si trova lì sono (ehm...che termine potrei usare?)...beh, diciamo cavolate, và.
    Il fatto che i social vadano per la maggiore a mio parere significa solo che quasi tutti vogliono lasciare qualche genere di traccia nel web, ma in realtà sì, li vedo più simili alle formichine. Sono stato diverse volte a Milano per lavoro, e la prima cosa che ho pensato in quella città è stato proprio che ero simile a una formica nel formicaio.
    Dev'essere per questo che ho deciso di vivere in un paese di 2700 anime!

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    1. Probabilmente hai fatto bene a cancellarti da Facebook. Io non ho fatto lo stesso perché devo aggiornare un po' di pagine che hanno un discreto successo - tra quella della mia attività, che è più importante di tutti i miei blog, in fondo. Se si potesse, però non ci penserei due volte :) .

      Per il resto, concordo in toto col tuo commento ^_^ .

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  4. Io amo la città perché ci sono nata e perché trovo moltissimi stimoli, ma adoro anche la natura e la pace.

    Secondo me la blogosfera è come il vasto mondo in cui si viaggia, ci si ferma davanti a una casa interessante, si entra e si trova magari una comunità viva, piena di idee costruttive e che arricchiscono e soprattutto un luogo in cui discutere con civiltà. Nella blogosfera si creano legami forti, basati su affinità elettive: ho allacciato rapporti con persone che posso ben definire amiche. Poi è verissimo il detto che il simile attira il simile, quindi se uno frequenta blog che parlano di stupidaggini...

    I social sono come la piazza del paese, si va e si viene, si incontra tizio, caio e sempronio con cui si fanno due chiacchiere, si scambia un'opinione al volo e la cosa finisce là. Com'è ovvio in una piazza del paese incontri di tutto, dall'amico d'infanzia alla ehm... persona poco intelligente del villaggio. Io ho soltanto la pagina Facebook per rilanciare i link del blog e i miei lavori, e qualche album fotografico, ma ho avuto la tentazione di chiuderla molte volte perché mi sembra che tutto sommato mi faccia perdere tempo. Per me è più importante scoprire nuovi blog, commentare e stringere legami nella blogosfera.

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    1. Non potrei essere più d'accordo, sia sul paragone che sulla tua preferenza per i blog. Anche se devo dissentire, se mi permetti, sull'amore per la città: io non ci abiterei mai in maniera continuativa. E gli anni che ci ho vissuto sono stati tra i peggiori della mia vita :) .

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  5. Mi sono dimenticata una cosa importantissima: il blog è come lo vuoi tu, mentre la tua pagina Facebook è come la vuole Zuckerberg. ;-)

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    1. Da questo punto di vista, allora, il blog è come una casa di proprietà, mentre Facebook è come un appartamento in affitto. Puoi arredarlo come vuoi, ma non è tua; col blog invece puoi fare ciò che vuoi.

      (Ma c'è da dire che Blogger, Wordpress e tutte le altre sono comunque piattaforme esterne, quindi tecnicamente il blog non è proprio tuo al cento percento :D )

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    2. Vero, però puoi ristrutturarlo anche pesantemente come ho fatto io la scorsa estate, entrando nella temibile schermata html con 1200 e passa stringhe di caratteri. ;-)

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    3. Sì, appunto: puoi farci quello che vuoi, quindi puoi considerarlo tuo. Ma a livello legale tutte le piattaforme con cui creare un blog sono in mano alle aziende che le gestiscono :) .

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