martedì 9 maggio 2017

4 motivi per leggere (e scrivere) fantascienza

Quasi di certo lo sapete già: in Italia, la fantascienza non è un genere letterario molto apprezzato. Al contrario, parliamo forse di uno dei meno amati in assoluto: inevitabile, considerando che unisce in sé l'avversione di una fetta del pubblico nostrano per la narrativa di genere e quella ben più ampia nei confronti delle materie scientifiche.

Sommando esperienze dirette e indirette, mi sono fatto un'idea chiara di come questo genere venga percepito dall'italiano medio (lettore o meno che sia). Si pensa alla fantascienza come a qualcosa di basso livello, con storie di astronavi, invasioni aliene, viaggi nel tempo e simili, tutte azione e senza la minima profondità. E così, il genere viene snobbato quasi del tutto, a parte qualche eccezione che peraltro io trovo ipocrita (del tipo: "che schifo la fantascienza. Ma che bello che è 2001: Odissea Nello Spazio/Arancia Meccanica/Blade Runner/Star Wars/Star Trek/Jurassic Park/Lost/*fate voi*!")

Chi pensa che la fantascienza sia un
genere poco profondo o di serie B, di
certo non ha mai letto "Anathem" di
Neal Stephenson (di cui ho già parlato
in passato qui su Hand of Doom
)
La realtà è diversa, oltre che molto più complicata di così. Nella fantascienza di certo non mancano romanzi con argomenti e topos triti e ritriti, che annoiano dopo dieci pagine, ed esistono di sicuro storie tutta azione e niente più, senza il minimo messaggio di fondo. Ma se ci pensate questo è un fatto che accade ovunque: nessun genere è immune dai libri di basso livello.

Dall'altra parte, i libri di fantascienza più rappresentativi hanno molto da dare. Al loro interno si può trovare tutta una serie di significati e di concetti molto profondi. E questo di solito viene fatto senza lasciare da parte la trama, come avviene altrove, con libri dai messaggi forti, che però nascondono trame deboli. In effetti, spesso il punto di forza del genere è proprio l'equilibrio.

Insomma, ci sono diversi motivi per cui affrontare un libro di fantascienza. Da lettore e (modesto) scrittore del genere, ho provato a fare un quadro riassuntivo con le principali ragioni per farlo. In realtà ce ne sarebbero molte altre, ma si possono più o meno ricondurre tutte alle quattro che vi presento qui, come sempre in ordine sparso.
  • Parlare del presente in forma allegorica: molti lo ignorano, ma la fantascienza è uno dei generi più "di protesta" che esistano, persino "politico" e "sociale" se volete. Pur essendo ambientate nel futuro, in realtà molte opere del genere parlano di oggi, spesso concentrandosi su ciò che non va. In fondo il genere si presta benissimo nel farlo: basta prendere una premessa su cui focalizzarsi e immaginare un futuro in cui ha assunto un peso maggiore, chiedendosi "cosa succederebbe se...". Per esempio, in I reietti dell'altro pianeta della Le Guin il dualismo tra i pianeti gemelli Urras e Anarres è solo un pretesto per parlare di utopie contrapposte in politica e dell'allora separazione tra blocco occidentale e sovietici. Oppure Snow crash di Stephenson è una critica al troppo potere delle aziende, alla sovrabbondanza di pubblicità e al degrado delle periferie, che costringe la gente a estraniarsi in rete (in un'epoca, poi, in cui internet non esisteva!). Questi sono solo due casi, ma ne potete trovare molti altri.
  • Stuzzicare la mente: come già detto, molte ottime storie fantascientifiche prendono vita dalla semplice domanda "cosa succederebbe se... ?". Una formula semplice, ma che si può completare in infinite maniere: cosa succederebbe se tornassi nel passato e uccidessi tuo padre, cosa succederebbe se in futuro i robot sostituissero gli umani del tutto, e così via. Questo per un lettore può essere costruttivo: può portarlo a farsi delle domande che magari da solo non si sarebbe mai posto - anche di carattere sociale e politico, vista il punto precedente. E magari può farlo ragionare e meditare fino a formare un punto di vista che magari non c'entra nulla col romanzo di partenza. In più, questo approccio può anche essere positivo per lo stesso scrittore: abituandosi a pensare ai "se", diventa più facile ideare nuove storie, oppure stendere trame con il giusto numero di colpi di scena e svolte - il che, lo sapete, non è proprio facilissimo. 
  • Trovare nuove idee per il futuro: conoscete Elon Musk? Non è solo il creatore di Paypal, ma anche il proprietario dell'azienda aerospaziale Space X, oltre che di Tesla, di SolarCity (si occupano rispettivamente auto elettriche e fotovoltaico, entrambi allo scopo di contrastare l'effetto serra) e tanto altro. Nonché un grande lettore di fantascienza, genere che ha anche ispirato molte delle sue imprese. Parlando di Space X, è un progetto volto ad abbattere i costi delle missioni spaziali e persino a portare l'uomo su Marte, con l'obiettivo ultimo di consentire all'umanità di colonizzare lo spazio. Lo stesso Musk ha dichiarato che questo suo sogno è stato ispirato, tra gli altri, dalla Trilogia della Fondazione di Isaac Asimov. Questo è un caso eclatante, ma credo sia solo la punta dell'iceberg: sono sicuro che tantissima della tecnologia che utilizziamo noi ogni giorni derivi, o almeno sia stata prevista in qualche modo, da opere di fantascienza. Questo per dire che le nuove idee di cui parlavo sopra non devono essere per forza filosofiche o politiche: possono anche essere molto pratiche, e avere poi effetto sulla vita di molti. 
  • Esplorare il cosmo: volete sapere perché a me piace così tanto scrivere racconti di fantascienza? Perché è il genere che più di tutti mi rende libero di viaggiare con la mente e di immaginare. Per quanto non li disdegni, gli altri generi hanno molti più vincoli: per esempio scrivere un libro su un personaggio storico può lasciare spazio all'inventiva, ma non più di tanto. E poi non penso che ci sia qualche altro genere che permetta, per esempio, di chiedersi "come sarà il futuro dell'umanità?", oppure "cos'è davvero il nostro universo?" e poi trovare una risposta di fantasia. Questo vale per chi scrive, ma anche chi legge può provare la stessa esperienza, quella di viaggiare con un libro nel futuro, ai confini dell'universo, o in luoghi meravigliosi che nemmeno si immaginano. In fondo, è questo che rende grandi buona parte dei capolavori di fantascienza: il cosiddetto "sense of wonder", il sentimento di meraviglia davanti a qualcosa di stupefacente e inaspettato. 
La domanda: tu leggi libri di fantascienza? E conosci altri motivi oltre a questi quattro per affrontare il genere?

10 commenti:

  1. Ahaha io sono tra coloro che consideri ipocriti!
    No, cioè Star Wars non mi esalta ma intendo proprio lo sci-fi come genere... non mi piace e ne sto lontanissimo...! XD

    Moz-

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    1. Forse mi sono espresso male: considero ipocrita chi dice che la fantascienza è un genere di serie Z e poi esalta per esempio Star Wars. Ma il fatto che possa non piacere non mi dà nessun fastidio (anche perché ho gusti di nicchia quasi ovunque, non solo in letteratura, quindi altrimenti dovrei essere incazzato tutto il tempo :D ). E nemmeno che uno possa evitarla a eccezione di poche opere particolari che per qualche motivo gli garba, al contrario del resto.

      Per me chiunque è libero di dire "la fantascienza mi fa schifo". Il problema sorge quando uno vuole affermare che faccia schifo in generale, che non valga la pena di leggerla, o che uno come me dovrebbe scrivere roba "più seria". E l'ipocrisia nasce dalle stesse premesse, ma partite da qualcuno che però ama alcune opere di fantascienza. Né più né meno :) .

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  2. Beh, per quel che mi riguarda...è assolutamente chiaro che condivido tutto per evidenti motivi! :-D

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    1. Grazie per la condivisione :D . In più, questo tuo commento mi ricorda anche che ho un tuo libro sul Kindle, ma che devo ancora leggere. Mica facile, visto che ho una coda di lettura infinita, ma spero a breve di riuscirci ^_^ .

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    2. oh oh! Ha a che fare con un filo, per caso?

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    3. Può essere :D . Ma lo scoprirai solo quando lo avrò letto: magari ci scriverò un articolo qui, oppure ti dirò quello che ne penso in privato. Vedrò quale delle due mi ispirerà di più in quel momento :) .

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  3. Io sto leggendo la saga di Hyperion e ne sto recuperando parecchie altre, anche perché è un genere che sto approfondendo soltanto adesso.
    Ti dirò che non tutto mi esalta ( Neuromante di Gibson per esempio mi ha distrutto perché non ci capivo un accidente ), ma è un genere che sono contento di aver riscoperto.

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    1. Pensa la coincidenza: dopo averlo cercato a lungo e mai trovato in libreria, finalmente stamattina ho comprato proprio Neuromante :D .

      Comunque è normale che anche in un genere amato si trovino libri che non piacciono, anche tra i famosi. Per esempio, a me Dune di Frank Herbert non ha fatto impazzire, nonostante sia considerato un caposaldo della fantascienza. Forse è che l'ho letto in un periodo particolare della mia vita, pieno di pensieri - ho infatti intenzione di rileggerlo in un prossimo futuro - ma la prima lettura non mi ha soddisfatto molto.

      P.S. è il tuo primo commento qui, vero? Benvenuto da queste parti ^_^ .

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    2. Dune di Frank Herbert ce l'ho in coda dopo Cristalli Sognanti di Sturgeon.
      Di Neuromante ne parlano tutti un gran bene, ma io non avevo minimamente le basi tecniche per approcciare un'opera così intimamente legata al cyberpunk e mi sono perso dietro tutti quei dettagli a me sconosciuti.
      Il libro l'ho comunque apprezzato.
      Grazie per il benvenuto, a dirla tutta ti seguo da un bel po' ma non ricordo se avevo già commentato o meno. :-)

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    3. Sì, mi sa proprio che era il tuo primo commento. Quindi ti rinnovo il benvenuto ^_^ .

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