martedì 24 maggio 2016

Il blog e le faccende private

Qui su Hand of Doom, il martedì è il giorno dell'articolo lungo, mentre quello più breve e leggero arriva di venerdì. Doveva essere così anche questa settimana: senonché, ieri ho deciso diversamente. Rileggendo il post che originariamente doveva uscire oggi, ieri ho deciso di accantonarlo: mi ritrovo perciò a postare soltanto questa breve riflessione.

Avevo scritto inizialmente un lunghissimo post, pieno di dolore e di tristezza. Sto vivendo una situazione abbastanza complicata, in questo periodo della mia vita. È un momento così difficile che in certi momenti ho bisogno di uno sfogo: per questo, ho scelto inizialmente Hand of Doom per urlare il mio disagio. Rileggendo quelle parole, però, ho avuto un ripensamento: ecco perché questo trafiletto al suo posto.

Sono così riservato e timido (oltre che a disagio con
la mia immagine) che sul blog non ci sono foto della
mia faccia. Solo il mio stemma con l'aquilotto. 
Perché ho cambiato idea? Quel post era così lungo proprio perché andavo molto a fondo col problema. E nel fare questo, rivelavo molto di me e della mia vita privata. Ma io, in realtà, non sono il tipo che parla di questi argomenti in pubblico. L'ho fatto qualche volta, qualche anno fa, e ho sempre avuto modo di pentirmene. Da qualche anno, sono quindi diventato molto riservato e ho cercato di tenere segrete i miei turbamenti. Per questo, se scrivendo quelle parole a caldo, sull'onda della disperazione, pensavo fosse una buona idea postarle, a mente fredda ho visto che non era proprio il caso.

Più in generale, non voglio sbandierare la mia vita privata qui, dove chiunque la può leggere. Scrivere quel post fiume è stato liberatorio, mi ha calmato molto, questo è vero. Dall'altra parte, per raggiungere questo effetto non è servito rendere pubblico quello sfogo. Non che non mi fidi di voi lettori: semplicemente, entrare così tanto nella mia sfera intima, e farlo davanti anche a persone che magari non conosco, non fa proprio per me. Quindi, quest'oggi vi beccate giusto queste poche parole. Mi farò perdonare, però, promesso!

La domanda: quanto a fondo scendi nella tua sfera privata, nei post del tuo blog?

10 commenti:

  1. Sono anch'io come te, sul blog scrivo chilometri di post ma raramente mi metto a raccontare cose personali. Non lo faccio apposta, solo è che il blog rappresenta un mondo in cui posso distrarmi, senza per forza continuare a pensare ai problemi che mi assillano. Le volte che l'ho fatto però non me ne sono pentito. Chi naviga nella blogosfera è solitamente una persona con la quale vale davvero la pena relazionarsi...

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    1. Sul fatto che il blog possa essere un modo per distrarsi sono perfettamente d'accordo: anche io lo uso così. Concordo anche sul fatto che i blogger siano brave persone, anche io negli anni ne ho conosciuti tanti così. Ho paura tuttavia che quello che scrivo qui possa essere letto anche da persone esterne al piccolo mondo della blogosfera. E visto che anni fa ho avuto brutte esperienze con dei cyber bulli, che tra le altre cose mi hanno colpito proprio dove avevo "aperto il mio cuore", è ormai parecchio tempo che preferisco non farlo.

      P.S. è il tuo primo commento, vero? Benvenuto ^_^ .

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    2. Mi pare anche a me che sia il primo commento sul tuo blog... sebbene è già da un po' che vengo a curiosare.
      Sì, è vero, dei cyberbullies è piena la rete (ne sono passati anche da me tempo fa), ma mi pare frequentino ancora molto di più i forum, piuttosto che i blog (almeno questa è la mia sensazione).
      P.S.: ...e poi diciamo anche che usare un nick spesso aiuta.

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    3. Si, è vero, molti forum sono terribili (io infatti li ho abbandonati tutti, qualche tempo fa, proprio per questo), mentre i blog sono un'oasi di relativa pace. Sarà perché seguire un blog è più faticoso, forse, c'è di più da leggere.

      Grazie mille che vieni a curiosare da queste parti, spero di leggerti più spesso ^_^ .

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  2. L'importante è che scrivere quello sfogo ti è servito (anche a me capita sempre così). Rendere troppo pubblica la mia interiorità è qualcosa di cui so che potrei pentirmi, non solo per i commenti, ma anche perché a mente fredda non sarei contenta di averlo fatto. Sento che i sentimenti molto impetuosi vengono meglio gestiti nella sfera personale.

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    1. Più o meno è così anche per me. Preferisco tenermi per me quelli che chiami "sentimenti impetuosi". Non che sia facile: a volte avrei voglia di urlare il disagio al mondo, visto che come ho detto vivo una situazione parecchio complicata. Però è vero che è meglio non farlo: magari andrebbe tutto bene, ma perché rischiare :) ?

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    2. Ecco, forse è questo il punto: scegliere se si accetta il rischio. Perché non è affatto detto che mostrarsi "nudi" sia un male. Ognuno deve valutare, conoscendosi.

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    3. Esatto, è proprio così. Bisogna valutare il rischio di aprirsi in pubblico, e decidere se si è disposti a correrlo o no. Per quanto mi riguarda, dopo le brutte esperienze non lo sono affatto :D .

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  3. Per sfogarmi scrivo storie e mi invento personaggi che possano parlare o fare al posto mio. Nei post pubblicati in un blog no, tranne qualche racconto autoironico sulle mie abitudini o qualche riferimento alla mia quotidianità, non mi aprirei mai in pubblico. Forse, se incontrassi le persone che ho conosciuto in rete a quattr'occhi lo farei, ma così a "godi popolo" mai!

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    1. Anche a me capita di scrivere storie che sotto sotto parlano un po' della mia visione del mondo. Le riconosci subito: quelle cupe e senza lieto fine sono di solito di questo tipo :D .

      Fai bene, comunque, a non aprirti in pubblico. Come ho già detto, ci sono dei rischi nel farlo. Anche io forse, se qualcuno me lo chiedesse in privato, gli parlerei della brutta situazione che sto vivendo. Ho deciso di non farlo qui, però :) .

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