martedì 3 marzo 2015

Stupidi pensieri di chiusura - seconda parte

Vi ricordate il post di un mese fa esatto, relativo ai pensieri che avevo sulla chiusura di Heavy Metal Heaven? Ebbene, nelle ultime settimane sono arrivato ancor più vicino alla decisione di chiuderlo e non più con la tranquillità precedente, proprio sbattendo una metaforica porta. Il motivo? Non solo il
già menzionato fatto che mi toglie tempo per le cose importanti, cosa in fondo risolvibile sottraendo a mia volta tempo alle distrazioni inutili (tipo Facebook) e concentrandomi più a lungo sul sito, ma anche e soprattutto l'atteggiamento che molte persone dell'ambiente musicale dimostrano nei miei confronti.

Se non siete pratici di come funzioni una webzine, vi spiego almeno come gestisco la mia: le recensioni che scrivo, vero cuore del sito (le notizie infatti sono di contorno, servono solo a riempire i tempi morti, nella mia visione) si dividono tra quelle che decido io, di dischi che ho a casa solitamente, e quelle invece richieste dai gruppi via mail. Mettiamo bene in chiaro un paio di cose, a questo punto:
  • scrivere una recensione, specialmente se approfondita come le mie, richiede moltissimo tempo per le decine di ascolti che mi servono ad assorbire un disco, e poi lo sforzo finale per essere messe nere su bianco; entrambi queste fasi, checché ne possa dire chiunque, costituiscono un vero e proprio lavoro, che richiede impegno e dedizione in gran quantità. 
  • Nessuno mi paga nemmeno un centesimo per queste recensioni, il che dal mio punto di vista è del resto assolutamente giusto: quando do un giudizio voglio infatti essere sempre onesto ed esprimere la mia opinione sincera, senza sentirmi condizionato da niente e da nessuno; trovo quindi che il meccanismo "soldi per una recensione" (come fanno tantissimi gruppi ed etichette) sia una pratica sbagliata e svilente, sia per chi paga che per chi viene pagato.
  • Più in generale, nessuno mi paga per svolgere quest'attività, fin'ora Heavy Metal Heaven non ha sponsorizzazioni di sorta né altre fonti di guadagno, perciò il suo bilancio è esattamente zero euro.
Riepilogando, ciò che le band fanno è richiedermi un lavoro su commissione, che però non è pagato in alcun modo: molti in questo caso parlerebbero di sfruttamento, quando non di vera e propria schiavitù (seppur ci sia da dire che gli schiavi avevano almeno vitto e alloggio, cosa che la mia webzine è ben lontana dal garantirmi). A me però non importa di questo, lo faccio più che volentieri e senza lamentarmi, per passione ed anche per la volontà di aiutare, di fare un favore a questi musicisti che sono spesso snobbati dalle grande webzine, che li sottovalutano e preferiscono dare voti alti solo ai grandi nomi internazionali del metal.

Da dove nasce il problema? Nasce quando alcuni (per fortuna non tutti), nonostante il grande favore che gli faccio, non solo non mi dimostrano gratitudine ma sputano anche sul mio lavoro. In particolare, ci sono due cose che non riesco proprio a tollerare: il primo è l'arroganza di chi non si accontenta della mano che gli tendo e vorrebbe prendersi tutto il braccio. Prima di accettare un gruppo, dovete sapere, avverto sempre che mi ci vorrà qualche mese per fare la recensione: ho bisogno di quel tempo, infatti, per riuscire a raggiungere un numero sufficientemente alto di ascolti. La maggior parte dei gruppi accetta volentieri questa condizione, ma capita anche che ci sia chi chiede tempistiche molto più strette. Può non sembrare niente di che, ma pensateci bene: io accetto di lavorare gratis per qualcuno, con gentilezza... e questo qualcuno invece di essermi riconoscente pretende anche di più da me? Dall'altra parte, posso capire che altri (specialmente le persone che lavorano nelle etichette discografiche) abbiano altre esigenze, che debbano vendere il prodotto, ma comunque non è un buon motivo per essere così arroganti con chi, come me, fa il favore di dargli una mano. Se non altro, io l'esigenza di far uscire per forza tutte le recensioni prima dell'uscita del disco non l'ho mai afferrata: una recensione sfasata di alcuni mesi non ricorderà alla gente che il disco è uscito? Non concepisco il fatto che non afferrino questo concetto, eppure in teoria di marketing dovrebbero capirne ben più di me, che ho seguito solo corsi base per la mia azienda; perché nella pratica del loro lavoro invece lasciano così tanto desiderare (e coi rapporti umani altrettanto)?

La seconda categoria, ancor più odiosa della prima,. è quella, più numerosa, dei gruppi e delle etichette che si comportano in maniera amichevole, almeno fino a quando la recensione non è online: a quel punto se ne disinteressano completamente. Niente commenti, niente like, niente condivisioni, nulla: mi ritrovo così ad aver lavorato per mesi per conto di una band che in cambio non è disposta nemmeno a perdere un minuto per condividere la propria recensione, nemmeno se è ampiamente positiva (ed anche se è contro-intuitivo, sappiate che succede più spesso con quelle con voto alto che con quelle di voto medio-basso). Questo, come potrete ben capire, è particolarmente fastidioso, un vero e proprio sputare su chi ha lavorato per te, ed ogni volta che succede ci rimango (scusate il francesismo) di merda. Sarà forse che sbaglio, che cerco di creare sempre uno spirito amichevole con le band che poi invece da parte altrui non viene percepito come tale, ma anzi forse viene preso addirittura in ostilità (chissà perché, poi...): fatto sta che mi succede pure troppo spesso. Il fatto più assurdo dell'intera faccenda è che la maggior parte delle volte ad adottare questo comportamento non sono band giovani, ai primi dischi, la cui mancanza di professionalità e di tatto può essere giustificato dall'inesperienza, no: sono spesso band più conosciute o che mi contattano tramite agenzie di public relationship o etichette, il che rende assolutamente ingiustificabile ed odioso la loro incompetenza.

Ci sono poi anche altri tipi di comportamento che sono più o meno fastidiosi (quelli degli spammer che infestano la pagina Facebook con foto e video senza manco scrivermi due righe per chiedere il permesso, per esempio), ma questi sono quelli di gran lunga più disturbanti, e negli ultimi tempi stanno divenendo sempre più pervasivi . Alla fine poi ancora non ho deciso se chiudere o meno, anche se sono più orientato in questo momento sull'andare avanti (credo sia per la mia testardaggine proverbiale), ma questo particolare del mio lavoro è comunque poco piacevole. Capisco però che sia fastidioso probabilmente anche per voi leggere queste righe (lo è davvero?), quindi vi chiedo scusa per lo sfogo.

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