martedì 14 ottobre 2014

Un giorno di ordinaria gelateria

Nelle scorse settimane mi sono imbattuto in un concorso letterario interessante, il cui tema è "la lettura", declinata in tutte le sue forme, e richiedeva racconti estremamente brevi: subito mi è venuta un'idea per il racconto, e così le ho buttate giù. Mi sono accorto tuttavia subito che il racconto che avevo scritto era troppo personale, e se forse voi fan potevate capirlo, in parte, chi non mi conosce minimamente non avrebbe capito il contesto in cui esso è ambientato: ecco perché ho deciso di pensare a qualcos'altro per il contest e di postare quello che ho scritto qui su Hand of Doom. Per quanto riguarda il racconto in sé probabilmente a molti potrà sembrare assurdo, poco realistico, ma fidatevi: per esperienza vi posso dire che è plausibile, e che episodi magari non simili ma analoghi succedono in gelateria quasi tutti gli weekend. Godetevelo!

Un giorno di ordinaria gelateria

«Non hai preso niente?» disse la donna al marito, che usciva a mani vuote dalla gelateria con una strana espressione corrucciata in volto.
«No, cara. Qui devono essere matti, o stupidi, o tutti e due.»
«Ma perché dici questo? Cosa è successo?»
«Pensa, tra tutti i gusti di gelato non hanno il pistacchio! Come fanno ad essere ancora aperti senza pistacchio, come?»
«Non ne ho idea, ma hai ragione, è sconcertante. Però non ti far rovinare questa bella giornata di vacanza solo per questo, ora cerchiamo un’altra gelateria nei dintorni. Andiamo, dai.» concluse la donna, salendo in macchina.

«Cos’era quel rumore?» fece il gelataio, spuntando dal retro del locale.
«Nulla, non preoccuparti, solo l’ennesimo cliente scemo, anche se questo lo era in maniera eccezionale.» rispose la ragazza al bancone.
«Perché? Cos’è successo?»
«E’ stato veramente assurdo! Questo tizio è entrato, ha guardato da lontano la vetrina dei gelati per un minuto, e poi mi ha detto: “mi spiace, signorina, ma visto che non avete il gusto pistacchio non prendo nulla”; quindi, senza nemmeno darmi la possibilità di dire qualcosa, ha girato i tacchi ed è uscito.»
«Il solito cliente che si aspetta il pistacchio verde acceso dato dai coloranti, e quando vede il marroncino del nostro pistacchio naturale non lo riconosce.»
«Si, ma sul cartellino c’è scritto “pistacchio”! Dannazione, sono così stanca di tutti questi clienti che non si sforzano nemmeno di leggere i cartellini dei gelati.»
«Anche io li trovo insopportabili, ma che ci vuoi fare? Questa è l’Italia, il paese dove nessuno legge, nemmeno cose così semplici.» concluse il giovane con una punta di malinconia. La donna lo guardò tornare al suo lavoro nel laboratorio un po’ mesto, e tra sé si disse, triste:
“Eh già, purtroppo è così. E tu, amore mio, dovrai fare ancora a lungo questo lavoro che odi così tanto, mentre il tuo sogno di vivere della tua scrittura è quasi impossibile. ”

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